Santuario San Matteo Apostolo
SANTUARIO SAN MATTEO APOSTOLO
Il Santuario di San Matteo è molto frequentato, sia dai pellegrini sia dai turisti. Il Santuario si trova lungo la Via Sacra dei Longobardi, a meno di trenta chilometri da Monte Sant'Angelo, a ventotto chilometri da Manfredonia e a soli cinque chilometri da San Giovanni Rotondo.
Santuario San MatteoI turisti o i pellegrini che vogliono partecipare alla santa Messa, hanno quattro Messe a orario nella mattinata, dalle ore 9 alle 12 (una ogni ora); e due nel pomeriggio: alle ore 17 e 18 (dal 1 novembre al 31 marzo) o alle ore 18 e 19 (dal 1° aprile al 31 ottobre).
È immerso in uno splendido angolo di verde, dove abbondano molte specie di alberi (querce, di faggi, frassini, aceri, castagni, lecci). È un luogo ricco di storia, di arte, di cultura e soprattutto di fede e di spiritualità.
Per quanto riguarda la storia, nella sua vita plurisecolare si possono distinguere tre grossi periodi: il primo periodo quello Benedettino, successivamente il periodo Cistercense e infine il periodo Francescano. Il primo periodo durò 6-7 secoli: dal 600-700 al 1311. Il periodo Cistercense durò circa tre secoli: dal 1311 al 1578. Il periodo Francescano incominciò nel 1578 e dura ancora oggi, fra alterne vicende, da più di quattro secoli.
Sino alla fine del '500 era conosciuto sotto il nome di San Giovanni in Lamis. I Benedettini lo dedicarono a San Giovanni Battista. Alla fine del '500, grazie all'arrivo di una reliquia insigne del grande Apostolo ed Evangelista, cominciò il culto in onore di San Matteo.
Il Santuario a prima vista non sembra un convento, ma un castello medioevale dalla forma di un massiccio e possente quadrilatero.
I pellegrini e i turisti possono visitare liberamente: la chiesa, la sacrestia, il coro, la cappella delle confessioni e il presepio artistico. Nella chiesa, gelosamente custodita in una nicchia a vetro, dietro l'altare maggiore, c’è la Reliquia di San Matteo. La statua lignea, di stile bizantino, di San Matteo è del XII-XIII secolo; la statua di San Matteo è il rifacimento di un Cristo effettuato da un frate, verso la fine del Cinquecento, il quale gli mise in mano la penna con la quale l'Evangelista scrisse il vangelo. È completamente realizzata in legno d'olivo garganico e sul libro si trova la data del 1596.
Sui muri si notano i resti di affreschi medievali (secolo XI-XII), tra i quali vi è la rappresentazione di San Francesco in visita sul Gargano ed i resti di un San Giovanni Battista.
Lateralmente vi sono degli altari minori di stile barocco realizzati con pietra di Monte Sant'Angelo dedicati a San Giuseppe, l'Immacolata Concezione, Sant'Antonio da Padova e San Giovanni Battista da cui si ha il nome canonico della chiesa. Sopra questi altari vi sono delle tele recenti, dell'artista sammarchese Filippo Pirro, raffiguranti alcuni Francescani della Capitanata, fra cui San Francesco Antonio Fasani.
Nell'abside è collocato un coro di legno massiccio che alcuni ignoti frati minori del convento intagliarono nel 1600. Sulle lunette si possono ammirare quattordici bellissimi quadri del 1927 che raffigurano la Via Crucis realizzati in cartapesta e terracotta dall'artista Salvatore Bruno da Lecce.
I resti di affreschi che si vedono sulle pareti, che rimontano al sec. XI-XII e la scultura raffigurante la Passione di Cristo nella storia collocata sulla balconata della chiesa è dell’artista di N. Petruccelli.
Su richiesta si può visitare;
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il “refettorio grande”, veramente semplice, dove si possono ammirare un magnifico affresco seicentesco raffigurante l'ultima cena e alcuni quadri che ritraggono santi francescani. Il “refettorio piccolo” è composto dall'unione di archi e volte in pietra grezza è frutto dell'architettura medievale. Si può accedere anche alla “sala del fuoco” dove c’era un grosso camino e i monaci si riunivano davanti per pregare.
- l'auditorium e la sala dell'arte sacra e degli ex voto;
- il chiostro;
- il loggiato col muro della vecchia chiesa benedettino-cistercense.
Nel 1926 sul lato orientale fu eretta una balconata in corrispondenza dell'unica navata per finire all'esterno della chiesa.
La facciata centrale fu munita dell'attuale scalinata nel 1838, per accedere all'ingresso che a sua volta conduce attraverso una serie di archi e vele al chiostro di forma rettangolare che ci rimanda a quello spirito benedettino che mostra le origini della costruzione. Dal chiostro si può ammirare il loggiato cinquecentesco e il Pozzale medievale alla cui sommità è posta una statua raffigurante l'Arcangelo Michele.
Per appuntamento si può visitare anche la biblioteca, una delle più fornite della regione. Dedicata a "Padre Antonio Fania da Rignano Garganico", con più di 60.000 volumi, è tra le più importanti di tutta la Capitanata, grazie anche alla presenza di un notevole numero di opere d'arte presenti al suo interno (quadri, statue, simulacri e una raccolta di antichissime Bibbie e le innumerevoli mappe raffiguranti la Capitanata).
Una particolare attenzione è da dedicare al lapidarium, alla raccolta archeologica, alla galleria dei Cistercensi e, alla statua dell'Incoronata riportata al suo primitivo splendore.
Un’autentica opera d’arte è il presepio che tutti i fedeli e turisti non devono tralasciare di ammirare.
Chi ama partecipare alla santa messa con canti gregoriani, eseguiti dalla Corale del Santuario, può partecipare alla santa Messa festiva delle ore 11.
LE FRACCHIE
A pochi chilometri dal Santuario, a San Marco in Lamis, ogni venerdì Santo per la rievocazione della Passione di Cristo, ogni anno, c’è un grande afflusso di forestieri per la tradizionale Processione delle fracchie, una manifestazione religiosa popolare molto spettacolare, che si ripete puntualmente da circa tre secoli.
Le fracchie sono delle enormi fiaccole, realizzate con grossi tronchi di albero aperti longitudinalmente a forma di cono e riempiti di legna, per essere accese all'imbrunire e che diventeranno dei falò che illuminano il cammino della Madonna Addolorata lungo le strade del paese alla ricerca del figlio Gesù morto.